Condannati per peculato Vigili sospesi dal Comune
Sospesi dal servizio con decurtazione dello stipendio. E’ il provvedimento disciplinare disposto nei giorni scorsi dal Comune di Rimini nei confronti di cinque agenti della polizia locale condannati in primo grado per l’accusa di peculato nell’ambito dell’inchiesta su alcuni ex componenti del nucleo ambientale, condotta dal sostituto procuratore Davide Ercolani. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2012 e il 2016 quando, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza, alcuni degli indagati avrebbero sottratto somme di denaro agli spacciatori che stavano perquisendo. Otto i vigili finiti a processo davanti ai giudici del Collegio, presieduto da Fiorella Casadei. Collegio che lo scorso aprile aveva pronunciato otto sentenze di condanna per un totale di oltre trent’anni.
Le ipotesi di reato vanno, a vario titolo, dal peculato all’abuso d’ufficio, passando per falso in atto pubblico, distruzione e occultamento di atti, ispezioni personali arbitrarie di cittadini extracomunitari sospettati di spaccio. Molto probabilmente la sentenza verrà appellata da parte degli avvocati della difesa, Massimiliano Annetta, Roberta Rossi e Stefano Caroli. Nel frattempo l’amministrazione comunale di Rimini, sulla base delle indicazioni formulate dai giudici nel dispositivo della sentenza di primo grado, ha applicato la legge 97 del 2001, che con particolare riferimento a reati come il peculato prevede la sospensione dal servizio con decurtazione dello stipendio (lasciando intatto il cosiddetto assegno alimentare). La partita potrebbe però non essere finita qui. Non è da escludere, infatti, che gli avvocati che assistono i cinque agenti decidano di impugnare il provvedimento del Comune, contestandone la legittimità. Stando alla ricostruzione delle Fiamme Gialle, gli agenti della municipale avrebbero approfittato della propria posizione per sottrarre somme di denaro agli spacciatori che erano stati fermati nell’ambito delle numerose operazioni antidroga svolte dal nucleo, come la ’Kebab Connection’ a Borgo Marina. Per tutti gli imputati, il tribunale ha riconosciuto e concesso le attenuanti generiche, assolvendo alcuni agenti per capi di imputazione a loro ascritti perché nel frattempo prescritti o per non aver commesso il fatto.
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