Usare i 300 miliardi dollari di asset russi congelati per aiutare l’Ucraina? Janet Yellen: non sostituiscono i fondi di cui ha bisogno Kiev

Usare i 300 miliardi dollari di asset russi congelati per aiutare l’Ucraina? Janet Yellen: non sostituiscono i fondi di cui ha bisogno Kiev

Janet Yellen chiarisce: gli asset della Russia non possono sostituire gli aiuti all’Ucraina. La segretaria al Tesoro statunitense ha spiegato che qualsiasi piano per sequestrare o monetizzare circa 282 miliardi di dollari di beni russi congelati per aiutare Kiev non può essere considerato come un  rimpiazzo per l’assistenza necessaria al paese, aiuto bloccato al Congresso. «Non sostituisce l’assistenza di cui ha bisogno quest’anno l’Ucraina», ha detto Yellen in un’intervista a San Paolo.

Con la guerra ormai al terzo anno e l’offensiva russa che non mostra cedimenti, i bisogni finanziari dell’Ucraina sono elevati mentre gli Stati Uniti e i loro alleati cercano di rassicurare la nazione martoriata dalla guerra che rimangono impegnati ad aiutarla nel conflitto. È vero l’Unione Europea ha offerto all’Ucraina «finanziamenti molto significativi» e anche il Giappone ha contribuito, ma «il totale semplicemente non è sufficiente», ha detto la Yellen. Questi fondi possono aiutare il paese a gestire la crisi nel breve termine, mentre Kiev si aspetta un’assistenza più completa, ha indicato ancora.

Più di 60 miliardi di dollari di fondi di emergenza proposti dagli Stati Uniti all’Ucraina sono bloccati da mesi al Congresso, mentre i leader repubblicani cercano di costringere il presidente, Joe Biden, a cedere sulle politiche sull’immigrazione. Yellen ha avvertito che, senza questa assistenza, l’Ucraina va incontro a ulteriori difficoltà. Il presidente della Camera, Mike Johnson, non sembra voler abbandonare le sue richieste di cambiamenti nella politica americana ai confini con il Messico in cambio di aiuti all’Ucraina, dopo un incontro avuto con Biden martedì scorso.

I legislatori statunitensi giovedì hanno approvato una misura di spesa temporanea per evitare uno shutdown questo fine settimana e hanno inviato il disegno di legge la presidente per la sua firma. Non includeva finanziamenti per l’Ucraina. Con la Russia sul terreno di battaglia in posizione di vantaggio militarmente e gli ulteriori aiuti dagli Stati Uniti in bilico, c’è una crescente volontà di considerare ciò che un tempo era ritenuta una mossa ad alto rischio, ovvero la confisca o lo sblocco dei beni russi congelati che hanno un valore di 282 miliardi di dollari. Oltre due terzi dei beni russi congelati si trovano nell’Unione europea.

Solo due giorni fa la stessa Yellen lo aveva proposto, vedendo «gli estremi legali, economici e morali» per farlo. Sicuramente, aveva aggiunto, «renderebbe chiaro alla Russia che non può vincere prolungando la guerra e la incentiverebbe a venire al tavolo per negoziare una pace giusta con l’Ucraina». Mentre i membri del G-7 concordano sul fatto che questi fondi devono rimanere fuori dalla portata della Russia, sono in disaccordo se sia legale confiscare questi beni e su come potrebbero eventualmente estrarre valore. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, non ha dubbi in merito. Lo scorso 28 febbraio, durante la sessione plenaria del Parlamento Ue, ha sottolineato che «è tempo di avviare una conversazione sull’utilizzo degli extraprofitti degli asset russi congelati per acquistare congiuntamente attrezzature militari per l’Ucraina. Non potrebbe esserci simbolo più grande e utilizzo migliore di quel denaro per rendere l’Ucraina e tutta l’Europa un posto più sicuro in cui vivere». (riproduzione riservata)