Morbillo: tanti casi a Pisa: “Ricoverati anche 20enni”
Una recrudescenza in tutta Italia, nella nostra provincia e in Toscana in particolare, come scriviamo anche nelle pagine nazionali. Torna a diffondersi e a provocare sintomi, anche gravi, il morbillo. Il direttore di Malattie infettive di Pisa, professor Marco Falcone, spiega il quadro sul territorio.
Professore, quali sono i dati?
“Nel 2022 sono stati notificati 15 casi nel Paese, 43 nel 2023 e solo a a gennaio 2024, sono stati 27. Quotidianamente arrivano nuovi casi a Pisa che passano dal Pronto soccorso”.
Com’è partita l’epidemia?
“Quando si è verificato il primo caso a Pisa abbiamo pensato che fosse sporadico, ma abbiamo poi visto che ne sono seguiti anche altri. Nelle ultime due settimane sono aumentati in Toscana (con la percentuale più alta per numero di abitanti), Lombardia e Lazio”.
Come mai proprio in queste regioni?
“Potrebbe essere casuale. La popolazione più giovane è vaccinata perché il vaccino per il morbillo rientra fra quelli ora obbligatori. Non è così per gli adulti. E’ in corso un focolaio fra soggetti non immuni perché non vaccinati e non guariti (non sono stati ancora contagiati)”.
Le conseguenze?
“Nei bambini è innocuo, negli adulti può dare complicanze, stiamo vedendo anche polmoniti ed encefaliti. E alcuni finiscono anche in terapia intensiva”.
L’indice di contagio?
“Elevatissimo, il più alto fra tutte le malattie infettive, basta un minimo contatto o stare nella stessa stanza in cui è stata una persona che ha contratto il virus per contagiarsi”.
Come proteggersi?
“Vaccinandosi. Lo si può fare anche ora. Perché, come detto, ha una elevata contagiosità. Per fare un raffronto con il Covid: è cinque volte più contagioso e inoltre lo è già nella fase prima della comparsa della febbre e del rash cutaneo”.
Ma, visto che nei libretti vaccinali di chi ha 40 e oltre anni non si registra tutto all’epoca, come scoprire se si è stati vaccinati o meno?
“Con un semplice esame del sangue specifico, possiamo scoprire se abbiamo sviluppato gli anticorpi”.
Chi è più colpito?
“Non c’è una categoria in particolare: sono sia uomini che donne dai 20-40-50 fino a 60 anni”.
Antonia Casini
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