Diabete, svelati i danni nelle cellule del pancreas
(ANSA) – FIRENZE, 18 SET – Sono state decifrate le alterazioni delle cellule pancreatiche in risposta allo stato infiammatorio tipico del diabete (sia di tipo 1 che 2) utilizzando per la prima volta una tecnica di osservazione diretta delle molecole. Si tratta della cosiddetta ‘Microscopia di espansione’, una metodica che consente di visionare i dettagli dell’organizzazione cellulare alla scala del miliardesimo di metro, la nanoscala, e che promette di diventare strumento per lo screening di nuovi farmaci. Il risultato è stato ottenuto al laboratorio Nest della Scuola Normale Superiore da un team di ricercatori coordinato da Francesco Cardarelli.
È noto da tempo, si spiega dalla Normale, che durante l’insorgenza della patologia diabetica le cellule pancreatiche subiscano il processo infiammatorio da parte di specifiche molecole, le citochine, rilasciate in circolo; un processo che contribuisce poi a generare sofferenza e morte delle cellule pancreatiche. I dettagli di cosa accada all’organizzazione strutturale delle cellule, però, erano rimasti finora oscuri. “Abbiamo osservato alterazioni strutturali del citoscheletro cellulare, che costituisce i binari su cui si muove l’insulina, cambiamenti morfologici del mitocondrio, che è la factory dell’energia cellulare, diminuzione del numero di granuli di insulina e segni di stress ossidativo – spiega Cardarelli -. Si può ora immaginare di utilizzare le alterazioni osservate come target farmacologici per nuove molecole che possano proteggere le cellule pancreatiche dall’infiammazione e dai suoi effetti”.
Diabete, svelati i danni nelle cellule del pancreas
Il team vede coinvolti ricercatori della Normale e dalla sezione ospedaliera dipartimentale di endocrinologia e metabolismo dei trapianti d’organo e cellulari dell’Aou Pisana, guidata da Piero Marchetti. I risultati verranno presentati durante il congresso annuale dell’European association for the study of diabetes che si terrà ad Amburgo dal 2 al 5 ottobre e sono pubblicati su Nature.com. Lo studio si inserisce nel progetto Erc consolidator ‘Captur3d’ di cui Cardarelli è responsabile scientifico e che si svolge presso il laboratorio Nest diretto da Fabio Beltram. (ANSA).
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