La risposta del Comune è troppo lenta. Multa da 175mila euro agli ex dirigenti
La Corte dei Conti condanna due ex dirigenti comunali a risarcire il Comune di 175mila euro per non aver risposto in tempi utili a un decreto ingiuntivo del tribunale di Monza. Una vicenda che risale al 29.9.2014 quando il Comune aveva ricevuto la notifica di un decreto ingiuntivo su istanza della Ditta Mascheroni Strade dell’importo di 384.084 euro relativa a lavori di manutenzione e rifacimento del manto stradale. Dei lavori da pagare non vi era però traccia scritta in Comune ed era stata chiesta una relazione ai dirigenti competenti entro 40 giorni.
Una relazione che però non arriverà mai e che porterà di fatto il Comune a non rispondere in tempi utili alla richiesta di denaro, opponendosi tardivamente. Un atto che sarebbe poi risultato infruttuoso: il Comune ha infine dovuto pagare la somma richiesta per lavori che ancora oggi non è chiaro se siano stati effettuati o meno. La Corte dei Conti ha però indagato sulla mancata risposta al decreto e nella sentenza si legge: “il Procuratore regionale ha dato dimostrazione del danno derivante dalla condotta illecita delle convenute (spesa conseguente all’omessa tempestiva opposizione ad un decreto ingiuntivo) e della insussistenza di documentazione amministrativo-contabile che desse congrua prova della reale esecuzione dei lavori per i quali era stata fatta richiesta di pagamento”. Ragione per la quale la Corte dei Conti ha condannato gli ex dirigenti in questione a pagare rispettivamente 150.000 e 25.000 euro al Comune di Limbiate”. Assolto invece il segretario comunale poiché “avendo ricevuto per conoscenza la mail poteva a buon diritto ritenere che la procedura stesse seguendo regolarmente il suo corso”. Sulla vicenda dalla Politica locale nessun commento, a pronunciarsi solo il Comitato Più Limbiate meno cemento: “Il Comune con questa sentenza recupererà solo un terzo del danno subito che la Procura aveva quantificato in 489.595 euro. La Corte ha ritenuto, infatti, equo fare uso del potere riduttivo previsto dalle norme, anche in considerazione di alcune circostanze: la dimensione del Comune, il conseguente carico di lavoro, e la disorganizzazione del Comune”. Daniela Salerno
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