Mattarella ad inaugurazione anno accademico Ateneo Firenze
«Il nuovo assetto internazionale, venutosi a creare con la divisione in blocchi ideologici contrapposti, secondo la logica di Yalta, fece sì che passassero in secondo piano le sofferenze degli italiani d’Istria, Dalmazia e Fiume. Furono loro a pagare il prezzo più alto delle conseguenze seguite alla guerra sciaguratamente scatenata con le condizioni del Trattato di pace che ne derivò. Dopo aver patito le violenze subite all’arrivo del regime di Tito, quei nostri concittadini, dopo aver abbandonato tutto, provarono sulla loro sorte la triste condizione di sentirsi esuli nella propria Patria. Fatti oggetto della diffidenza, se non dell’ostilità, di parte dei connazionali». Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale, del Giorno del Ricordo. «Le loro sofferenze -ha ricordato il Capo dello Stato- non furono, per un lungo periodo, riconosciute. Un inaccettabile stravolgimento della verità che spingeva a trasformare tutte le vittime di quelle stragi e i profughi dell’esodo forzato, in colpevoli -accusati indistintamente di complicità e connivenze con la dittatura- e a rimuovere, fin quasi a espellerla, la drammatica vicenda di quegli italiani dal tessuto e dalla storia nazionale». «La ferocia che si scatenò contro gli italiani in quelle zone -ha proseguito il presidente della Repubblica- non può essere derubricata sotto la voce di atti, comunque ignobili, di vendetta o giustizia sommaria contro i fascisti occupanti; il cui dominio era stato -sappiamo- intollerante e crudele per le popolazioni slave, le cui istanze autonomistiche e di tutela linguistica e culturale erano state per lunghi anni negate e represse». «Le sparizioni nelle foibe o dopo l’internamento nei campi di prigionia, le uccisioni, le torture commesse contro gli italiani in quelle zone, infatti, colpirono funzionari e militari, sacerdoti, intellettuali, impiegati e semplici cittadini che non avevano nulla da spartire con la dittatura di Mussolini. E persino partigiani e antifascisti, la cui unica colpa -ha concluso Mattarella- era quella di essere italiani, di battersi o anche soltanto di aspirare a un futuro di democrazia e di libertà per loro e per i loro figli, di ostacolare l’annessione di quei territori sotto la dittatura comunista». «Il nostro ‘muro di Berlino’, certamente ben minore per dimensioni ma con grande intensità delle sofferenze provocate, passava per il confine orientale, per la cortina di ferro che separava in due Gorizia, allontanando e smembrando territori, famiglie, affetti, consuetudini, appartenenze». Lo ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella durante la celebrazione del “Giorno del Ricordo”, al Quirinale. «Le foibe e l’esodo hanno rappresentato un trauma doloroso per la nascente Repubblica che si trovava ad affrontare la gravosa eredità di un Paese uscito sconfitto dalla guerra. Quelle vicende costituiscono una tragedia, che non può essere dimenticata», ha detto Mattarella. «Non si cancellano -ha sottolineato il Capo dello Stato- pagine di storia, tragiche e duramente sofferte. I tentativi di oblio, di negazione o di minimizzare sono un affronto alle vittime e alle loro famiglie e un danno inestimabile per la coscienza collettiva di un popolo e di una nazione. L’istituzione del giorno del Ricordo, con tante iniziative da essa scaturite, con ricerche, libri, dibattiti, ha avuto il merito di riconnettere la memoria collettiva a quel periodo e a quelle sofferenze, dopo anni di rimozione. Ha reso verità a tante vittime innocenti e al dolore dei loro familiari». «Tutto questo è stato importante, doveroso, giusto. Ma non è sufficiente. Il ricordo, la memoria della persecuzione e delle tragedie, deve essere fecondo, deve produrre anticorpi, deve portarci, come hanno sottolineato, con semplicità e straordinaria efficacia, Lada e Alessandra Rivaroli, a fare in modo -ha concluso Mattarella- che simili crudeli lacerazioni nei confronti della libertà, del rispetto dei diritti umani, della convivenza appartengano a un passato irripetibile». “Ucraina e Medio Oriente pagine buie della nostra storia”«Dall’Ucraina al Medio Oriente ad altre zone del mondo, la convivenza, la tolleranza, la pace, il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale sono messi a dura prova. I soprusi e le violazioni si moltiplicano e chiamano quanti condividono i valori di libertà e di convivenza a una azione di contrasto, morale e politica, contro chi minaccia la libertà, l’ordine internazionale e le conquiste democratiche e sociali. Pagine buie della storia, anche d’Europa, sembrano volersi riproporre», ha detto il presidente della Repubblica. “Accelerare sull’ingresso nella Ue dei Paesi dei Balcani Occidentali”«Occorre adesso lavorare alacremente, a livello europeo, perché anche gli altri Paesi dei Balcani Occidentali candidati all’ingresso nell’Unione possano compiere le procedure di adesione senza indugi o ritardi». ha detto Mattarella. «Si tratta – ha spiegato – anche di una risposta concreta ai pericoli del possibile riaccendersi, nella regione, di sopiti conflitti di natura etnica o religiosa, che rischiano di riportare la storia, a tempi che non vogliamo rivivere mai più. Le divisioni, i conflitti, i drammi del passato – la cui memoria ci ferisce – ci ammoniscono».
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