Ucraina, la sconfitta di Avdiivka: «Non abbiamo più munizioni». Ora si teme la nuova avanzata dei russi
DAL NOSTRO INVIATO FRONTE DI AVDIIVKA (UCRAINA) — I russi hanno vinto la battaglia per Avdiivka. Queste ultime ore, per la prima volta dopo settimane, i cannoni hanno un poco diminuito il loro rombo. Da dove ci troviamo, una ventina di chilometri più a ovest nella zona di Mirnograd, nella notte abbiamo sentito i rombi affievolirsi: gli ucraini si sono ritirati e adesso i due eserciti stanno riposizionandosi. Per gli ucraini doveva essere una ritirata strategica, ma si è rivelato un urgente e preoccupato « si salvi chi può». Nella giornata di ieri le ultime ore di combattimento hanno visto la situazione precipitare dopo che i comandi ucraini avevano ordinato la ritirata da «Forte Zenith», un sistema di bunker e fortificazioni per le postazioni antiaeree, che dal 2014 aveva garantito la tenuta meridionale del sistema di difesa. «Abbiamo subito molte perdite, tanti dei nostri non sono riusciti a evacuare, ci sono prigionieri», riportavano i blogger ucraini. «In obbedienza agli ordini ricevuti, ci siamo ritirati su posizioni già organizzate. In questa situazione, il nemico ha avanzato per le strade coperte dai loro morto», ha annunciato il generale ucraino sul posto, Oleksandre Tarnovskyi. «Ho deciso di ritirare le nostre truppe per riposizionarsi su linee più favorevoli. Hanno fatto il loro dovere al meglio e inflitto perdite molto gravi agli invasori», ha specificato il comandante in capo delle forze armate ucraine, Oleksandre Syirskyi. Un ruolo difficile il suo, nominato solo l’8 febbraio dal presidente Zelensky per sostituire il popolare Valeryi Zaluzhny, si trova adesso a dovere una situazione complicata. Così, nelle ore dell’annuncio della morte di Aleksey Navalny e dei nuovi accordi tra l’Ucraina e i partner europei per l’invio di armi, Vladimir Putin può presentare la battaglia di Avdiivka come una vittoria da celebrare per il secondo anniversario dell’inizio dell’«operazione militare speciale», il 24 febbraio 2022, e in vista delle elezioni russe a metà marzo. Negli ultimi due giorni abbiamo assistito all’intensificazione dei bombardamenti russi su tutto il settore, gli scoppi sono stati continui da fare tremare i vetri delle abitazioni anche a distanza. I soldati ucraini incontrati nella cittadina di Mirnograd ammettono immense difficoltà logistiche e soprattutto la grave mancanza di munizioni, che impedisce di fermare sia i bombardieri russi che le loro unità d’assalto. «Abbiamo i cannoni, ma non possiamo sparare. Gli aerei russi lanciano bombe che vanno da 250 a 1.500 chili e annientano le nostre difese», ci dicono continuamente. La polizia militare limita gli spostamenti ai giornalisti, anche perché la linea del fronte è in arretramento. Abbiamo così avuto il permesso di raggiungere soltanto il villaggio di Grodivka, a una quindicina di chilometri in linea d’aria da Avdiivka. Ma anche qui il rombo delle esplosioni era davvero continuo, mischiato al rumore delle mitragliatrici pesanti. Il presidente Zelensky ieri aveva ammesso che a questo punto la città era perduta e occorreva mettere in salvo le vite dei soldati. Gli ucraini hanno da tempo costruito una nuova linea difensiva poco più a ovest. Ma certo la perdita di Avdiivka mette a rischio l’intero fronte. Gli ucraini vi si erano trincerati sin dalle battaglie dell’estate del 2014, quando la città era stata brevemente occupata dai russi. Dopo la sconfitta di Debaltsevo, Avdiivka era diventata la roccaforte principale del Donbass. E adesso assicurare che i russi non proseguano nella loro avanzata diventa una delle sfide più pressanti per Oleksandr Syrskyi. Ieri abbiamo raccolto tra i soldati numerose critiche contro Zelensky per la scelta di dimetterei Zaluzhny. Ma tanto dipende dagli aiuti degli alleati occidentali. Se non arriveranno presto armi e munizioni, la capacità di tenuta ucraina sarà sempre più in dubbio. «Se avessimo avuto munizioni e più missili contro i bombardieri russi avremmo potuto tenere», dicono i soldati. Anche la scelta dei comandi pochi giorni fa di inviare le truppe scelte della Terza Brigata, rodata un anno fa dalla battaglia di Bakhmut, per cercare di garantire la tenuta di «Forte Zenith» si è rivelata perdente. Molti di loro sono morti o sono stati catturati. Gli ucraini ieri sera raccontavano della disperata fuga dai bunker devastati dalle bombe delle ultime pattuglie. «Nel forte restano solo feriti e tanti morti», diceva un soldato riuscito a scappare dopo avere visto davanti a lui molti compagni venire uccisi mentre tentavano di superare l’accerchiamento russo.
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