Disforia di genere. Le famiglie al ministro: “Giù le mani da Careggi”
Con una lettera al ministro della Salute Orazio Schillaci, molte famiglie chiedono che la disforia di genere non diventi un caso ideologico, come rischia di essere. “Come famiglie di giovani persone transgender seguite nei vari centri italiani stiamo assistendo sbigottite a quanto sta succedendo alla SOD dell’Ospedale di Careggi – scrivono – l’ispezione pare proprio una deliberata volontà di mettere a rischio il futuro dei nostri figli e delle nostre figlie”.
Che non si tratti, com’è stato detto, di una missione punitiva non è credibile agli occhi delle famiglie: “Ma cos’altro può essere? Si sta cercando in modo inquisitorio l’errore per ragioni politiche sulla pelle delle nostre famiglie e delle persone più giovani che invece dovrebbero essere quelle che più stanno a cuore a uno Stato democratico – continua la lettera – Tutte noi famiglie da sole negli anni abbiamo dovuto capire che cosa stesse succedendo alle nostre creature perché l’Italia è notoriamente fanalino di coda riguardo ai diritti delle persone transgender che sono totalmente invisibili e prive di diritti. Abbiamo dovuto fare ricerche all’estero e confrontarci tra di noi per capire come fosse meglio agire. Lo Stato non è mai stato presente. L’ospedale di Careggi, nel corso degli anni, si è specializzato in salute transgender grazie all’operato di due delle persone più esperte sull’argomento a livello mondiale, la dottoressa Fisher e la dottoressa Ristori, che hanno sempre seguito le raccomandazioni internazionali con particolare attenzione alle evidenze scientifiche”.
“Pretendiamo che si smetta di mettere a rischio le vite dei nostri figli e delle nostre figlie sia a livello sanitario che a livello sociale poiché le pieghe che questa azione sta prendendo sono molto pericolose – concludono i genitori – Come famiglie riteniamo che la politica tutta debba assumersi quindi anche la responsabilità morale di qualunque conseguenza un’azione del genere, gestita in questo modo, ha su una minoranza che vive quotidianamente un pericolo estremo dovuto alla mancanza di protezione, conseguenze che già sono evidenti (si riferiscono alle minacce ricevute dopo che lo scoppio del caso). È inaccettabile che una interrogazione e un’ispezione espongano in questo modo delle giovani persone e mettano a rischio le vite di famiglie che non hanno fatto nulla tranne che tutelare il benessere dei propri figlie e delle proprie figlie”.
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