L’Asia viaggia in deciso rosso mercoledì 7 dicembre, appesantita dai dati macro che arrivano dalla Cina e dopo un’altra brutta sessione a Wall Street causata dalla paura di una recessione. Alle ore 7:40 italiane il Nikkei cede lo 0,7% così come Hong Kong, mentre Shanghai perde lo 0,5%.
L’oro è in leggero guadagno a 1.783 dollari per oncia, il petrolio Wti americano sale a sua volta dello 0,2% a 74,39 dollari il barile. Il dollaro torna a rinforzarsi, l’euro cede lo 0,12% a 1,0453, lo yen lo 0,5% a 137,76, la sterlina lo 0,105 a 1,2116, mentre il T bond Usa decennale rende il 3,543% e i futures su Wall Street sono volatili.
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Cina, export in calo oltre le attese
Il surplus commerciale della Cina è sceso a 69,8 miliardi di dollari a novembre 2022 dai 71,7 miliardi di dollari dello stesso mese dell’anno precedente, mancando il consenso del mercato di un guadagno di 78,1 miliardi di dollari e indicando l’importo più basso da aprile.
Sia le esportazioni che le importazioni si sono ridotte più del previsto a causa del deterioramento della domanda globale e interna, nonché a causa dell’impatto di una terza ondata interna di infezioni da Covid.
Cina, import ai minimi da 30 mesi
Le importazioni in Cina sono diminuite del 10,6% su base annua a 226,2 miliardi di dollari a novembre 2022 rispetto alle stime di mercato di un calo del 6,0% e dopo una flessione dello 0,7% un mese prima.
E’ stato il secondo mese consecutivo di contrazione e il ritmo più veloce da maggio 2020 dal momento che la domanda interna è crollata a causa di una ripresa dei contagi e per le rigide restrizioni imposte dal governo. Gli acquisti di minerale di ferro sono diminuiti del 5,9% mentre quelli di soia sono scesi del 14%. Le importazioni dagli Stati Uniti sono calate del 7,28% mentre gli arrivi dall’Ue sono crollati del 16,25%.
Wall Street ha paura dell’incrocio Fed falco e recessione
Martedì il Dow è crollato di 400 punti (-1,03%), mentre l’S&P 500 e il Nasdaq hanno perso rispettivamente l’1,6% e l’1,9%. Gli investitori sono preoccupati per le prospettive di una recessione a causa degli sforzi aggressivi della banca centrale di domare la crescita dei prezzi.
Il ceo di JP Morgan Chase, Jamie Dimon, è stato tra gli ultimi ad avvertire che l’inflazione persistentemente elevata intaccherà la spesa dei consumatori e molto probabilmente trascinerà la più grande economia del mondo in una recessione il prossimo anno.
I mercati erano già sotto pressione a causa dei dati economici statunitensi sorprendentemente ottimistici, compresi i servizi (Ism) e i report sui posti di lavoro migliori del previsto che hanno deluso le speranze di un costo tasso finale della Fed in arrivo.
Le società sensibili al costo del denaro, tra cui Microsoft, Amazon, Alphabet, Apple e Tesla, sono scese tra il 2% e il 3%. Nel frattempo, Meta, capogruppo di Facebook, è crollata di oltre il 5% a seguito di un report su una dichiarazione dell’Ue in cui si osserva che Facebook e Instagram non dovrebbero richiedere agli utenti di acconsentire agli annunci personalizzati in base alla loro attività digitale. (riproduzione riservata)