Diecimila volontari: il centrodestra prepara la «riserva militare»
A fine gennaio, a caldeggiare l’ipotesi di istituire per legge una «riserva militare» era stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, esponente di spicco di Fratelli d’Italia, dicendosi convinto dell’opportunità di creare un bacino di «volontari che, in caso di necessità, possono essere attivati per affiancare le forze armate». Ieri, sempre dal seno della maggioranza di centrodestra, è sortita una proposta di legge vera e propria. Ad annunciarne il deposito è stato il presidente della commissione Difesa della Camera, Nino Minardo, deputato siciliano della Lega. «Nei più importanti Paesi europei, ma anche negli Stati Uniti e in Israele – argomenta Minardo – la riserva è un meccanismo consolidato dello strumento militare». Con questa proposta di legge, prosegue, «veniamo incontro a una necessità avvertita da più parti di essere pronti a ogni evenienza».
Diecimila volontari in congedo. La riserva, secondo la proposta, potrebbe ricalcare modelli già adottati in Usa o Israele. Ma siccome la leva militare obbligatoria è stata abolita ormai vent’anni fa, dalla legge 226 del 2004, i riservisti verrebbero attinti esclusivamente dal bacino dei cittadini italiani che hanno prestato servizio come Volontari in Ferma Triennale (Vft) o in Ferma Iniziale (Vfi) e che al momento sono in congedo. Sulla carta, circa 10mila persone con età non superiore a 40 anni. Un bacino in cui selezionare, su base volontaria, personale già addestrato dalle Forze Armate.
Il Governo mobilita, le Camere autorizzano. L’articolo 1 della pdl assegna al governo la possibilità di mobilitare la riserva «in tempo di guerra e di grave crisi internazionale o in caso di situazioni di grave crisi suscettibili di ripercuotersi sulla sicurezza dello Stato», per la «difesa dei confini nazionali», ma anche per presidiare il territorio «in concorso con le Forze di polizia», in caso di dichiarazione dello stato di emergenza nazionale da parte del Consiglio dei ministri. Ma la decisione, si legge, «è comunicata tempestivamente alle Camere, che l’autorizzano o la respingono entro quarantotto ore dalla data della sua formalizzazione».
Il Pd: una Gladio leghista. L’annuncio di Minardo viene accolto con perplessità dalle opposizioni. Al mix di preoccupazione e scetticismo, dà voce con un post sulle reti social il senatore del Pd Filippo Sensi: «Ci mancava la Gladio leghista».
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