“Vi dico perché non sta in piedi”: Cacciari affossa il centrosinistra
La scarsa solidità di base e le divisioni interne sono il tallone d’Achille del centrosinistra: a esserne convinto è Massimo Cacciari, che analizza la situazione delle due principali coalizioni, anche in vista delle prossime tornate elettorali.
“Più o meno sono alla pari, se la potrebbero giocare”, considera la conduttrice di Otto e Mezzo Lilli Gruber, “allora perché questa separazione, visto che è matematicamente certo che diviso il centrosinistra non potrà mai battere la destra che è in questo momento al potere? Qual’è il problema?”.
“I problemi sono quelli culturali, strategici che non abbiamo qui il tempo di poter affrontare”, replica Cacciari, “ma la cosa mi pare piuttosto elementare da un punto di vista empirico”. “Bene o male il centrodestra, così come è assemblato oggi, dura dal 1994, ormai da trent’anni, perché in sostanza è quella roba lì’, cioè Forza Italia, la Lega, la destra, non è mai cambiato nel tempo”, precisa l’ex primo cittadino di Venezia. “È quella roba lì, cioè si è sempre ritrovato nei momenti elettorali, nei momenti in cui si trattava di dovere formare un governo”, prosegue Cacciari, “hanno fatto un gioco delle parti, si sono divisi fra di loro, certamente ci sono anche delle differenze strategiche tra i varti partiti che lo compongono, ma poi alla fine hanno un’esperienza lunga e condivisa, a differenza di quello che è avvenuto nella sinistra”.
Questioni di non trascurabile rilevanza, precisa il filosofo, per il quale è quasi impossibile parlare di uno schieramento unico e unitario nell’opposizione. “Ma cosa parliamo di centrosinistra?”, domanda polemicamente Cacciari, che poi precisa il perché di quell’affermazione. “Che cosa c’entra il Movimento CinqueStelle con il Partito Democratico dal punto di vista della storia, della cultura?”.”Ma abbiamo dimenticato dove nascono i CinqueStelle?”, prosegue l’ex sindaco della città lagunare, “i CinqueStelle nascono in una totale, direi proprio, diversità culturale con tutta la storia del Partito Democratico”.
Insomma diversi contesti e differenti intenti, due entità politiche quasi impossibili da amalgamare insieme, secondo Cacciari. “Che discorso è? Per far maturare la possibilità di una convergenza tra questi movimenti e tra queste correnti occorre un lavoro di fondo, occorre un lavoro di confronto, occorrono congressi veri e propri, élite dirigenti capaci”, affonda ancora Cacciari. “Ma scherziamo? Mentre il centrodestra, bene o male, è 30 anni che fa una strada comune. Può piacere o non piacere, ma questa è la storia”, spiega in conclusione, “è evidente che il centrodestra sta in piedi e il centrosinistra no”.
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