Nino Taddei, responsabile di ’Azione’ a Recanati, non teme di apparire impopolare e di abbattere il mito di Fleximan, assurto a simbolo della lotta contro gli autovelox, accusati di essere strumenti diabolici utili solo per rimpinguare le casse dei Comuni e delle Province. Taddei comprende la rabbia del recanatese che, nel giro di poco tempo, da quando è stato installato il nuovo autovelox in località Romitelli, ha collezionato già 42 multe, ma per lui non è colpa del Comune di Recanati, ma solo della distrazione e imprudenza dell’automobilista. “Un autovelox – scrive l’ex assessore al Turismo ed oggi a capo del partito di Calenda – su un tratto di strada urbana, e in quel tratto ci sono insediamenti,, negozi e un’uscita di una zona industriale, viene messo per proteggere le persone e la circolazione. In quella zona c’è un semaforo che quando è verde fa impazzire gli automobilisti che accelerano e passano a velocità pericolose, esattamente al contrario di come ci si dovrebbe comportare in situazioni simili. Quando, poi, avvengono gli incidenti a causa di una velocità sostenuta, questi possono avere delle conseguenze terribili Inoltre, le auto di recente costruzione, come i telefonini che hanno una apposita App, segnalano la presenza di questi dispositivi. Per tutte queste ragioni ritengo che se il Comune di Recanati fa ’cassa con questo strumento e in quel luogo è perché gli ’sfortunati’ automobilisti, che incorrono nella sanzione, tanto sfortunati non sono. Sicuramente, distratti”. Sin qui i nobili motivi, sottolineati da Taddei, ma poi scattano le regole del ministero dei Trasporti, replicano i cittadini e i loro legali, che hanno avuto modo di contestare la legittimità dell’autovelox che, come dice lo stesso Taddei, si trova immerso in un tratto urbano con tanto di strisce pedonali. Per cui quel tratto di strada, conformemente al parere del ministero dei Trasporti, “è a tutti gli effetti una strada urbana, anche se classificata come ’strada extraurbana secondaria’ per cui la contestazione dell’eccesso di velocità deve essere immediatamente eseguita da parte degli organi della Polizia stradale o dei vigili urbani, ciò che non avviene perché la multa arriva a casa dell’automobilista anche dopo molte settimane. D’altra parte, a catalogarla come strada urbana, paradossalmente, è stato lo stesso Comune di Recanati il 18 gennaio del 1993 quando, in virtù del nuovo Codice della strada, adottò una delibera con la quale elencò i centri abitati includendovi proprio via Gentili, cioè il tratto di strada che attraversa la zona Romitelli. Per evitare ulteriori contestazioni l’Amministrazione comunale, nel 2017, corse ai ripari cambiando la catalogazione della zona da urbana ad extraurbana. Ma non sarà certo un tratto di penna a cambiarne la denominazione perché, a tutti gli effetti, per le sue caratteristiche Romitelli rimane zona urbana.
Asterio Tubaldi
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