Terni, la consigliera Proietti (FdI) sfida il sindaco Bandecchi: «Se non ti dimetti sei un quaraquaqua»

terni, la consigliera proietti (fdi) sfida il sindaco bandecchi: «se non ti dimetti sei un quaraquaqua»

Terni, la consigliera Proietti (FdI) sfida il sindaco Bandecchi: «Se non ti dimetti sei un quaraquaqua»

«Sindaco Bandecchi: sará finalmente un uomo coerente o sará un quaquaraqua?»

Se lo chiede in un comunicato pubblicato sul sito del comune la consigliera di FdI Elena Proietti che spiega:  «Il sindaco Bandecchi è a un bivio: può scegliere se essere coerente e confermare le sue dimissioni, o invece essere esattamente come quelli che ha sempre dichiarato di disprezzare e cambiare idea; può scegliere se mantenere le promesse, o disattendere le aspirazioni di chi l’ha votata mandando avanti un qualcosa che almeno a livello locale si è già rivelato del tutto contrario alle aspettative; può scegliere se continuare ad incollare i suoi fedeli alle loro poltrone; può scegliere se avallare l’utilizzo delle regole istituzionali per regolamenti di conti interni legati agli interessi di qualcuno ovvero porre fine allo scempio delle istituzioni e dei luoghi istituzionali; può scegliere se sia ancora lui a dettare la linea politica o sia qualcun altro a farlo per lui; può scegliere se comportarsi come tutti i potenti di turno che lui, sempre a parole ha disdegnato, oppure può scegliere di avere un sussulto di dignità, perché per far paura ai potenti occorre essere coerenti e, soprattutto, essere alle proprie parole conseguenti».

 

Protetti ha proseguito spiegando che è impossibile che nelle dimissioni del sindaco ci siano questioni politiche «perchè di fatto sono inconfigurabili, poiché il sindaco è segretario nazionale e il vicesindaco segretario regionale del partito a cui appartengono tutti gli assessori e tutti i consiglieri di maggioranza.

E Proietti ha provato ad immagina quali possano essere i motivi di insoddisfazione da parte del sindaco: «Lei ha visto tentativi di occupazione delle poltrone delle società partecipate, addirittura con ormai ex segretari provinciali di partito, con responsabili provinciali dei giovani – possiamo dire che iniziano presto con la partitocrazia – o con dirigenti scolastici con l’unico requisito di avere la tessera di partito, con scene neppure paragonabili a quelle della peggior prima repubblica; ha visto crescere malumori tra i suoi per il solo fatto di aver nominato in giunta una persona esterna, anziché cooptare qualche consigliere comunale in cerca di una più alta retribuzione;  ha visto moltiplicarsi i costi dei gettoni di presenza dei consiglieri per un numero spropositato di commissioni fatte anche solo per pochi minuti;  ha visto discussioni feroci con la stampa di esponenti del suo partito o amministratori al fine di intimidire i giornalisti riottosi ad una retorica unica di propaganda; ha visto avvertimenti, insulti e minacce di utilizzo di dossieraggi per ingenerare un clima di tensione e delazione tipico di altri regimi»

E Proietti fa poi una analisi – ovviamente dal suo punto di vista – del lavoro politico fatta dalla giunta Bandecchi, sempre rivolgendosi al sindaco e cercando di interpretare i motivi delle sue dimissioni: «Lei ha visto un escalation di comportamenti di comprimari rivolti solo ad accrescere il valore dei propri servigi alla corte del padrone; ha visto i suoi fedeli vantarsi di soldi dati in beneficienza al solo fine di propaganda;  ha visto sfruttare situazioni di disagio per soli fini di consenso;  ha visto suggerimenti dei propri collaboratori politici nell’emissione di ordinanze sbagliate e sistematicamente impugnate;  ha visto provvedimenti ed atti dei propri assessori tra loro in contraddizione con goffi tentativi di primeggiare tra di loro; ha visto continue smentite e dietrofront in azioni e dichiarazioni anche su tematiche fondamentali per la città;  ha visto lotte intestine per meri interessi personali e formarsi nel partito correnti con i rispettivi leader nel volgere di pochi mesi con fuoriuscite di esponenti importanti ovvero defenestrazioni operate proprio da quei comprimari divenuti leader di corrente che vogliono imporre la propria linea per i propri tornaconti anche sopra la sua testa;  ha visto miseramente fallire il congresso nazionale nei numeri e nei contenuti, nonostante fosse stato organizzato proprio nella città di cui lei è sindaco, con grande dispendio di denaro e tra gigantografie di qualche personaggio in cerca di autore che lei ha fatto prontamente rimuovere».

 

«Di fronte a tutto ciò, spero per la stessa dignità del sindaco – prosegue Proietti nella nota ufficiale messa on line sul sito del Comune - non potrà di sicuro essere sufficiente a fargli cambiare idea la letterina sottoscritta da tanti di coloro che lui stesso ha definito in una trasmissione, se ben ricordo, come inopportuni, disoccupati in cerca di stipendio.

E di fronte a tutto ciò, spero per la stessa dignità del sindaco, non potrà di sicuro essere sufficiente a fargli cambiare idea la vicinanza di qualcuno che incontra per strada perché le assicuro, signor sindaco, che di persone per strada ne incontriamo talmente tante anche noi, ma che ci dicono di non poterne più di questa situazione».

Questa sorta di lettera di Proietti a Bandecchi si chiude con un’esortazione: «E allora, signor sindaco, a questo punto lei è a un bivio: può scegliere se essere coerente e confermare le sue dimissioni, o invece essere esattamente come quelli che ha sempre dichiarato di disprezzare e cambiare idea; può scegliere se mantenere le promesse, o disattendere le aspirazioni di chi l’ha votata mandando avanti un qualcosa che almeno a livello locale si è già rivelato del tutto contrario alle aspettative; può scegliere se continuare ad  incollare i suoi fedeli alle loro poltrone; può scegliere se avallare l’utilizzo delle regole istituzionali per regolamenti di conti interni legati agli interessi di qualcuno ovvero porre fine allo scempio delle istituzioni e dei luoghi istituzionali; può scegliere se sia ancora lei a dettare la linea politica o sia qualcun altro a farlo per lei; può scegliere se comportarsi come tutti i potenti di turno che lei, sempre a parole ha disdegnato, oppure può scegliere di avere un sussulto di dignità, perché per far paura ai potenti, come vorrebbe fare lei, occorre essere coerenti e, soprattutto, essere alle proprie parole conseguenti».

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