Una forza da campionessa, in un momento di debolezza. Ammesso, dopo aver sfogato la commozione perfino con le lacrime, condivise con Barnaba Greppi, skiman e confidente: «Ci sono vittorie emotivamente più importanti di altre: questa lo è perché è stata liberatoria rispetto al brutto superG e a quella caduta che, mettiamola così, non mi aveva lasciato benissimo».
Sofia Goggia ha finalmente sfatato il tabù di Altenmarkt-Zauchensee, la pista dei zero podi e, al contrario, delle molte cadute: «Quella del gennaio 2022 avviò il mio tormentato percorso verso i Giochi di Pechino». Nota a memoria: la settimana dopo il tonfo in libera sulla Kälberloch, il Fulmine di Bergamo vinse a Cortina, ma il giorno successivo ruzzolò di nuovo e cominciò la corsa contro il tempo e contro i danni fisici per riuscire ad andare in Cina. Il sequel del k.o. di venerdì è stato un trionfo fondato non sul solito strapotere, ma sulla costanza d’alto livello: quinta, seconda, quinta, quinta, sesta, così racconta lo spaccato degli intertempi. Stavolta Sofia il veleno l’ha distillato, non l’ha iniettato brutalmente.
«Sul piano tecnico non è stata una delle mie vittorie più belle: ho avuto delle sbavature (dopo un salto imperfetto ha però saputo accorciare la distanza con una sforbiciata degna del suo talento, ndr), ma in compenso sono stata solida e ho sistemato i conti in sospeso che avevo con questa pista», dice l’azzurra. È bastato per regolare Stephanie Venier, battuta di 10 centesimi dopo averne avuti 4 di vantaggio al terzo rilevamento, e per respingere un’altra pericolosa aquila austriaca, quella Mirjam Puchner che ha condiviso il terzo posto con Nicol Delago, l’altro volto gioioso di Casa Italia.
È il successo numero 24 nella Coppa del Mondo, il sesto stagionale dell’Italia e il quinto al femminile: Sofia ha raggiunto Gustavo Thoeni al terzo posto tra i plurivincitori, considerando maschi e femmine, e Federica Brignone (ieri fuori sintonia e arrabbiata: «Ne ho combinate di tutti i colori») anche al vertice della graduatoria femminile. Il testa a testa tra le due azzurre — la famosa «moina» cara ai giornalisti, come dice Sofia — proseguirà fin dal superG di stamane. C’è pure la prospettiva di lottare per il pettorale rosso della specialità, strappato l’altro giorno da Huetter a Goggia, che invece ha confermato, consolidando la leadership, quello della libera.
Tuttavia in discesa non possiamo ancora parlare di Super-Sofi. C’entra anche la separazione, dopo Val d’Isère, dal preparatore atletico Flavio Di Giorgio («S’è licenziato, ho cambiato per forza di cose»)? Probabilmente no, il grosso del lavoro era già stato fatto e comunque la soluzione trovata l’ha riportata a Matteo Artina, con cui aveva già lavorato. La turbo-Goggia in libera, comunque, arriverà: «Non ho tirato fuori tutta la cavalleria, posso sciare più forte». Aspettiamo di verificarlo, così come ci auguriamo che il podio ritrovato — quattro anni dopo il precedente: accadeva giusto ad Altenmarkt-Zauchensee — metta Nicol Delago sulla pista della continuità: «Non è stato un bel periodo, il terzo posto mi fa tremare le gambe ma mi fa allo stesso tempo scoppiare il cuore di felicità. È una ripartenza, ringrazio chi mi è stato vicino: non è scontato che accada quando le cose vanno male». Lo squadrone rosa della velocità forse ha una freccia in più nella faretra.
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