Chiara Ferragni, i “trucchi” per pagare meno tasse: ecco come riesce a ridurre di oltre il 95% le imposte
Chiara Ferragni paga meno tasse? A ricostruire la struttura societaria delle aziende dell’influencer è l’imprenditore Gianluca Massini Rosati. Nel libro dal titolo “Fiscalmente inattaccabile. La strategia definitiva per ridurre drasticamente le imposte e vivere serenamente il rapporto con il fisco” (in uscita il 5 marzo 2024 per Sperling & Kupfer) spiega su Milanofinanza in che modo l’influencer è riuscita, rispettando la legge, a tagliare l’importo della tassazione a suo carico.
Le società
Partiamo dall’analisi delle società. La prima è la Fenice srl, ex Serendipity, società di via Turati (Milano) che conta 23 dipendenti e 14,2 milioni di euro di fatturato nel 2022. La Ferragni è l’amministratrice delegata. Ma lei è a capo anche alla Tbs Crew Srl (ricavi per 14,6 milioni di euro nel 2022). Si tratta dell’azienda multata dall’Antitrust, che segue le altre attività dell’influencer: dalla consulenza in digital marketing ai progetti di comunicazione per altri brand.
Il fatturato
La “madre” (ricordate questo termine, perché non è casuale) delle società è però la Sisterhood, la holding del gruppo, con un fatturato da 4,5 milioni di euro e 2,4 di utile. La Fenice srl e la Tbs Crew Srl ne fanno parte. Ma anche la Ferragni Enterprises, che gestisce le proprietà immobiliari ed è proprietaria del nuovo superattico di 27 vani da oltre 10 milioni a Citylife (lo 0,1% della società è di proprietà della mamma di Chiara Ferragni). Il fatturato? La TBS Crew ha realizzato 14,5 milioni di ricavi (+100% sul 2021) e 5,1 di utile (+200%). Fenice Srl è controllata al 32,5% da Ferragni, con il socio Paolo Barletta al 40% e altri come Morgese al 27% ha segnato 15,6 milioni di fatturato con 3,4 di utile. La Fenice Srl, ha ricevuto una valutazione da 75 milioni di euro.
La normativa Madre-Figlia
Come è riuscita a ridurre le tasse da pagare? Attraverso la normativa Madre-Figlia, come indicato dal Gianluca Massini Rosati per riuscire a ridurre l’imponibile su cui calcolare le imposte sulla distribuzione degli utili. La normativa in questione prevede infatti che solo il 5% degli utili distribuiti a una società madre dalla società figlia costituisca base imponibile per il calcolo dell’Ires, determinando una riduzione di oltre il 95% delle imposte, che passano dal 26% all’1,2%.
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