Napoli, buona la prima di Mazzarri. Entusiasmo, episodi e cambi: la ricetta anti-Atalanta

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Napoli, buona la prima di Mazzarri. Entusiasmo, episodi e cambi: la ricetta anti-Atalanta

Napoli, 26 novembre 2023 – Chissà quanto e se l’Atalanta fosse anche solo inconsciamente rassegnata al peggio allorché il Napoli ha annunciato Walter Mazzarri, lo specialista delle partenze, come il proprio nuovo allenatore. Fatto sta che il copione e il trend si ripetono anche al Gewiss Stadium,espugnato dagli azzurri nel segno di quella che potrebbe essere l’ennesima (ri)partenza stagionale. Il condizionale in effetti è d’obbligo, perché anche la precedente gestione, quella nelle mani di Rudi Garcia, era cominciata fin dalle amichevoli estive sotto i migliori auspici sia di gioco sia di risultati. Poi qualcosa si è inceppato nel momento in cui la qualità e la caratura degli avversari iniziavano a salire: di fronte alle prime difficoltà, il Napoli campione d’Italia si scioglieva con una puntualità preoccupante, evidenziata anche dalle prime crepe in seno al gruppo palesate dai senatori della rosa con gesti sempre più frequenti e allarmanti. Anche in tal senso il cammino del nuovo allenatore sembra promettere bene: con tanto di bacio ricevuto a fine partita da Khvicha Kvaratskhelia, l’uomo che quasi a mo’ di simbolo riapre anche quest’altra avventura nel segno di un gol di importanza capitale.

Tra suggestioni e investiture

Sarà un caso o forse no, ma proprio il georgiano firma la prima rete del Mazzarri 2.0: proprio lui che nelle ultime settimane era stato indicato come il profilo più simile, ovviamente con le dovute proporzioni, a Ezequiel Lavezzi, il funambolo che ormai più di una decade fa infiammava l’allora San Paolo. Insomma, la prima suggestione, quasi un’investitura, va a buon fine. La seconda riporta alla mente la capacità di Mazzarri di pescare sempre le carte vincenti dalla panchina: se il discorso vale per un passato in cui la qualità degli azzurri era giocoforza minore, figurarsi oggi, con una batteria di riserve e seconde linee da far invidia a diverse formazioni titolari di Serie A. Succede così che gli ingressi quasi contemporanei di Eljif Elmas e Victor Osimhen, al rientro dopo quasi 50 giorni e per la prima volta dopo due anni senza l’ormai nota maschera protettiva, con la gentile collaborazione di una sciagurata costruzione del basso di Marco Carnesecchi, confezionino la rete buona a vanificare quella precedentemente firmata da Ademola Lookman, il primo nigeriano a prendersi i riflettori. Il secondo è appunto Osimhen, diverso nel look, finalmente svincolato da un dispositivo diventato più legato alla cabala che allo scontro shock con Milan Skriniar. Il numero 9 azzurro torna e sfodera non il piatto forte della casa, il gol da cercare a ogni costo, bensì una prerogativa non così comune tra i bomber: l’altruismo. Anche in questo caso la suggestione dal sapore di investitura è dietro l’angolo: le analogie con Edinson Cavani, altro fenomeno della disciplina plasmato dal laboratorio di Castel Volturno, tornano prepotentemente in voga. E’ il prevedibile corollario del ritorno di Mazzarri, il tecnico chiamato a diverse missioni tutt’altro che facili. La prima: ridare vita, entusiasmo e autostima alla squadra campione d’Italia in carica. Un bel paradosso. La seconda, forse la più complicata nel bene e nel male: imporsi come un allenatore presente, diverso e maturo, lasciando così in cantina le immagini del passato che riconducevano a un profilo diametralmente opposto. Insomma, in questo insolito ritorno di fiamma tutte le parti in casa si giocano tanto: il Napoli la possibilità di vivere un’altra stagione entusiasmante e magari foriera di qualcosa di importante e Mazzarri l’opportunità di rientrare nel giro attraverso la porta principale, dimostrando addirittura di poter ricoprire un ruolo diverso da quello del ‘traghettatore’.

Una partita spaccata in due

Per il momento la situazione, contrattuale e non, del tecnico toscano presenta una scadenza neanche troppo a lungo termine. Per provare a far cambiare idea ad Aurelio De Laurentiis, che per l’estate 2024 sembra orientato alla virata netta verso un allenatore giovane, emergente ma dal curriculum già valido, serve qualcosa di più che vincere una partita che, per espressa ammissione del diretto interessato e al di là del risultato finale, è stata nettamente spaccata in due dal rendimento delle due squadre e dagli episodi. Partendo dal primo ambito, la frazione iniziale ha sorriso nettamente al Napoli, reo di aver messo in carniere una sola rete, quella firmata appunto da Kvaratskhelia: per il resto, tante occasioni ma altrettanti sprechi, oltre alla pesantissima tegola del grave infortunio occorso a Mathias Olivera che di fatto priva la rosa di terzini sinistri. Gli esami hanno parlato di una lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio sinistro, con tempi di recupero stimati in circa 2 mesi: un verdetto pesante ma non quanto quello temuto ieri sera a caldo. Chissà che a Castel Volturno non torni comunque in auge l’idea di attingere dal calderone degli svincolati, subito accantonata dopo lo stop di Mario Rui, che ne avrà fino a fine anno. Poi ci sono gli episodi, a detta di qualcuno sempre dalla parte di un allenatore proverbialmente fortunato come Mazzarri. Certo, la topica di Carnesecchi, che tra l’altro riapre il sempre acceso dibattito sulla bontà di insistere a ogni costo sulla costruzione dal basso da parte dei portieri e dei loro piedi non sempre educatissimi, ha di fatto spianato la strada al successo del Napoli che però, dall’altro lato, nella prima frazione si era visto annullare una rete (quella di Amir Rrahmani) per un fuorigioco di quelli figli dell’era del VAR. Chissà il primo Mazzarri azzurro, quello dai dotti lacrimali sempre ben irrigati, come avrebbe reagito di fronte a uno scenario simile: una rete vanificata forse per un’unghia del piede. Il nuovo Mazzarri, curiosamente già ammonito per proteste nel primo tempo nonostante i buoni propositi della vigilia sul tasto delle lamentele, l’ha probabilmente presa meglio, aiutato tra l’altro dal risultato: 2-1 per il suo Napoli, che di tempo per festeggiare però ne ha poco. Già, il tempo: l’unico vero giudice di quest’altro ciclo azzurro, iniziato bene come il precedente. Peccato però che all’orizzonte di esami cruciali ce ne siano tanti. Nell’ordine: Real Madrid, Inter, Juventus e Sporting Braga per un periodo rovente a dispetto delle temperature calate a picco.

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