Napoli, prime grane per Mazzarri: dall'emergenza a sinistra al dualismo Osimhen-Raspadori

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Napoli, prime grane per Mazzarri: dall’emergenza a sinistra al dualismo Osimhen-Raspadori

Napoli, 27 novembre 2023 – In una zona di campo c’è l’emergenza e in un’altra regna l’abbondanza: questo paradosso molto comune nel calcio è un assillo frequente per gli allenatori. Lo sa bene anche Walter Mazzarri, che non fa in tempo a godersi la seconda luna di miele con il Napoli che deve già risolvere questioni non da poco. La prima è un problema serio: la penuria totale di terzini sinistri per le prossime settimane, se non addirittura mesi. La seconda è invece un grattacapo che riguarda in primis Victor Osimhen, tornato in campo dopo quasi 50 giorni e già determinante con un assist di platino per Eljif Elmas: a ruota si apre la questione Giacomo Raspadori, il ‘supplente’, nonché centravanti titolare della Nazionale, che rischia di vedere il proprio minutaggio ridotto quasi all’osso.

Guai a sinistra

Prima di qualsiasi riflessione futuristica a Castel Volturno bisogna risolvere il rebus della corsia mancina. Non bastava lo stop muscolare di Mario Rui, che ne avrà fino a fine dicembre: ai box si è aggiunto anche Mathias Olivera, che però si fermerà per ‘soli’ 2 mesi a dispetto dei timori iniziali, che parlavano di una rottura totale dei legamenti del ginocchio sinistro a fronte della ‘semplice’ lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale. Insomma, il sospiro di sollievo c’è ed è bello forte, anche se in questi casi la prudenza è d’obbligo ed è comunque probabile che i tempi di recuperano possano leggermente dilatarsi rispetto alla tabella di marcia fissata nelle ultime ore. Il problema attuale però rimane: chi sarà il terzino sinistro del Napoli nelle prossime partite, che curiosamente faranno parte del tour de force che spaventa fin dall’estate? La soluzione di emergenza porta sulla banda uno tra Juan Jesus e Natan, i due difensori di piede mancino presenti nella rosa azzurra. Il veterano ha già ricoperto in carriera quel ruolo, ma nel frattempo sono trascorsi diversi anni e, parlando proprio di infortuni, la salute dei giorni d’oro sembra lontana. Il più giovane dei due brasiliani garantirebbe la freschezza fisica necessaria per spostarsi in una delle zone del campo più usuranti, ma forse pagherebbe dazio in velocità e agilità, oltre a dover momentaneamente lasciare la zolla centrale, quella dove si sta imponendo con prestazioni sempre più convincenti. Insomma, vietato cambiare gli equilibri proprio ora che il Napoli potrebbe stabilirsi finalmente sulle rotaie giuste dopo qualche deragliamento di troppo. Poi ci sarebbe un’altra opzione, quella che probabilmente piace meno ad Aurelio De Laurentiis: virare momentaneamente sulla difesa a tre, che in realtà sposterebbe il problema dalla corsia mancina al centro della retroguardia. L’ultima mossa riguarda capitan Giovanni Di Lorenzo, che all’occorrenza può giocare a sinistra: la condizione, in questo caso, sarebbe dare fiducia ad Alessandro Zanoli, nelle precedenti gestioni rimasto incastrato su una panchina che invece potrebbe riservare diverse sorprese positive.

Chelsea su Osimhen

Lo sa bene Mazzarri, il maestro delle sostituzioni e della valorizzazione dell’intera rosa. Non a caso, il (nuovo) debutto, quello di Bergamo, è stato deciso dai subentrati Osimhen ed Elmas: il primo ha confezionato l’assist e il secondo lo ha trasformato nel bottino massimo. Il risultato è stato duplice: la presa del Gewiss Stadium e il ritorno in auge di due giocatori finiti per motivi diversi ai margini. Se il macedone finora in azzurro paradossalmente ha pagato la sua duttilità estrema, che lo ha reso più un jolly da partita in corso (nella migliore delle ipotesi) che un titolare, il nigeriano aveva dovuto fare i conti con l’ennesimo infortunio muscolare della sua avventura in azzurro: una pausa lunga che tuttavia non gli ha impedito di uscire totalmente di scena. Basti pensare alle sirene di mercato, che paradossalmente sono esplose proprio nelle settimane di assenza forzata. Che il prossimo giugno sia da tempo indicato come il momento della verità nella storia tra Osimhen e il Napoli era cosa nota: il problema è che il discorso potrebbe essere anticipato a gennaio. Insomma, roba di poche settimane. Sul nigeriano è forte il pressing del Chelsea, che per la verità segue questa pista da tempo. Il diktat di De Laurentiis in questi casi è noto: mai vendere un pilastro della rosa a metà stagione. Specialmente ora che la suddetta stagione, finora travagliata e deludente su tutti i fronti, potrebbe finalmente farsi interessante grazie alla cura Mazzarri. Eppure, l’eccezione potrebbe essere dietro l’angolo: a maggior ragione in caso di fumata nera definitiva sul discorso rinnovo. Anche perché la batteria offensiva alle spalle del nigeriano annovera elementi di tutto rispetto. Si comincia da Raspadori, che rischia di scivolare indietro nelle gerarchie come in effetti era già accaduto durante gran parte della sua avventura all’ombra del Vesuvio. Certo, prima o poi il numero 9, il titolarissimo indiscusso, considerando che il Napoli è ancora in ballo in ogni competizione, avrà bisogno di rifiatare, ma come prima riserva, per caratteristiche tecniche, potrebbe riguadagnare terreno Giovanni Simeone. E Raspadori? Su questo tasto Mazzarri, che per sua stessa ammissione deve ancora studiare bene la rosa a sua disposizione, durante la recente pausa depauperata dei tanti giocatori via con le rispettive Nazionali, deve ancora esprimersi. Probabilmente soltanto tra qualche settimana il destino del predestinato per eccellenza sarà noto. A quel punto i giochi nel reparto avanzato, dove si rischia un effetto domino, saranno più chiari. Per ora, contratto di Mazzarri alla mano, si può azzardare che quest’ultimo non sia destinato a godere di molto margine di manovra: dare carta bianca a un ‘traghettatore’ sarebbe una mossa manageriale poco consona con la filosofia di ADL, che già normalmente accentra nelle proprie mani gran parte delle decisioni di peso. Anche e soprattutto in sede di mercato. Anche per il discorso molto aperto che riguarda il destino della panchina azzurra, l’impressione è che ogni decisione sarà rinviata a giugno. Si comincerà appunto dall’allenatore e si arriverà a Osimhen, passando per il ruolo di un Raspadori che a quel punto potrà anche impuntarsi per diventare qualcosa di più di un’alternativa di lusso.

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