Preparativi attacco a Rafah
Cipro, nave salpata con aiuti per Gaza
Sono riprese le spedizioni di aiuti diretti a Gaza attraverso il corridoio marittimo da Cipro. Lo riferisce il Times of Israel, secondo cui nelle scorse ore un piccolo mercantile carico di aiuti donati dagli Emirati Arabi Uniti ha lasciato il porto di Larnaca per dirigersi verso l’enclave palestinese. Nelle scorse settimane la ong World Central Kitchen aveva sospeso le spedizioni di aiuti da Cipro dopo l’uccisione per errore a Gaza di sette suoi operatori in un raid israeliano. Gli Stati Uniti hanno iniziato a costruire un molo temporaneo al largo della costa di Gaza con l’obiettivo di accelerare il flusso di aiuti umanitari nell’enclave.
Iran: “L’equipaggio nave portoghese sequestrata sarà liberato”
Il ministro degli Esteri iraniano ha annunciato che all’equipaggio di una nave battente bandiera portoghese collegata a Israele, la portacontainer MSC Aries, è stato concesso l’accesso consolare e sarà liberato. Lo riferiscono i media iraniani. Le guardie rivoluzionarie iraniane hanno sequestrato la nave con un equipaggio di 25 persone nello stretto di Hormuz il 13 aprile. Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha detto in una telefonata al suo omologo portoghese Paulo Rangel che “la questione umanitaria del rilascio dell’equipaggio della nave ci preoccupa seriamente”, hanno riferito i media iraniani.
Nella telefonata, secondo i media locali, il ministro iraniano ha comunicato che l’equipaggio sarebbe stato consegnato all’ambasciatore portoghese a Teheran. Il ministero degli Esteri iraniano ha affermato che la Aries è stata sequestrata per “violazione delle leggi marittime” e che non c’erano dubbi che fosse collegata a Israele.
Usa, Columbia vieta campus a un leader protesta pro-Gaza
La Columbia University – dove da più di una settimana gli studenti filo-palestinesi che chiedono la fine della guerra a Gaza, hanno allestito un presidio con tende – ha annunciato di aver vietato l’ingresso al campus a uno dei leader delle proteste, Khymani James, che a gennaio ha dichiarato in un video che “i sionisti non meritano di vivere”.
Nell’annunciare la decisione di escludere lo studente dal campus, l’università non ha chiarito se il ragazzo fosse stato sospeso definitivamente o espulso. James aveva rilasciato i controversi commenti durante e dopo un’udienza disciplinare con gli amministratori della Columbia, che ha registrato e successivamente pubblicato su Instagram. L’udienza, tenutasi all’inizio di quest’anno, si era concentrata su un precedente commento che aveva condiviso sui social media, in cui affermava, tra le altre cose, che “i sionisti sono suprematisti bianchi e nazisti”. “Tutto questo è l’antitesi della pace. E quindi, sì, mi sento molto a mio agio, molto a mio agio, nel chiedere che queste persone muoiano”, osservava lo studente nel video. Ieri, James ha ammesso sui social che quanto aveva dichiarato “era sbagliato”. “Ogni membro della nostra comunità merita di sentirsi sicuro”, ha aggiunto, precisando di aver fatto questi commenti a gennaio prima di essere coinvolto nel movimento di protesta che si sta svolgendo attualmente nel campus. Da parte loro, altri gruppi studenteschi filo-palestinesi hanno notato, secondo il New York Times, che le dichiarazioni di uno studente non riflettono il movimento nel suo insieme. Intanto, il vicepresidente della Columbia per le comunicazioni, Ben Chang, ha fatto sapere che il “dialogo” continua tra i rappresentanti dell’università e gli organizzatori della protesta studentesca sullo smantellamento del presidio del campus
Cio: “6-8 atleti palestinesi invitati ai Giochi di Parigi”
Fra i sei e gli otto atleti palestinesi sono invitati a partecipare alle Olimpiadi di Parigi, anche se non dovessero qualificarsi: lo ha dichiarato il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach. In dichiarazioni all’Afp, Bach ha detto che si tratta di un “impegno chiaro” del Cio, in vista dell’apertura dei Giochi, prevista per il 26 luglio.
Fermati 40 manifestanti pro-Gaza alla Università del Colorado
La polizia antisommossa ha arrestato una quarantina di manifestanti contro la guerra a Gaza, durante una protesta universitaria a Denver, in Colorado, secondo la testata locale Colorado Newsline. Una dichiarazione dell’Auraria Gaza Solidarity Encampment ha invitato l’Università del Colorado a disinvestire dalle aziende che operano in Israele e a rilasciare una “dichiarazione di condanna delle azioni genocidiarie di Israele”. La sicurezza del campus e la polizia di Denver hanno riferito che circa 40 persone sono state arrestate all’Auraria Campus, che ospita le strutture di tre università e college diversi: l’Università del Colorado, il Community College e la Metropolitan State University di Denver.
Assaltano base Idf, uccisi 2 palestinesi in Cisgiordania
L’esercito israeliano (Idf) ha riferito dell’uccisione di due palestinesi che avevano aperto il fuoco contro l’avamposto militare di Salem nel Consiglio regionale di Menashe, in Cisgiordania. Secondo le dichiarazioni dell’esercito, riportate dai media israeliani, i due palestinesi sono arrivati sul posto a bordo di un’auto e hanno aperto il fuoco. Due fucili semiautomatici M-16 sono stati successivamente rinvenuti nell’auto dalle forze dell’ordine.
Hamas studia la controproposta israeliana
I dettagli di questa controproposta per la tregua non sono stati resi noti, ma la stampa israeliana ha ipotizzato l’inizio della prossima settimana per la possibile liberazione dei primi 20 ostaggi considerati “casi umanitari”.
La controproposta israeliana arriva mentre ieri una delegazione egiziana era giunta in Israele per discutere di un quadro globale di cessate il fuoco a Gaza, secondo media egiziani vicini ad Al-Qahera News, che hanno citato a loro volta le parole un alto funzionario egiziano. Sempre secondo i media israeliani, la delegazione ha il compito di rilanciare il negoziato in stallo da settimane e sostenere un accordo di tregua che implichi la liberazione di decine di ostaggi.
Frammento di missile iraniano trovato da turisti nel deserto israeliano
Un grosso frammento di un missile iraniano, lanciato verso Israele, è stato scoperto casualmente da un gruppo di turisti in una zona desertica nel sud di Israele. Lo riferisce la Tass, citando un rapporto dell’Idf. Il missile scoperto era del tipo “superficie-superficie” e sarebbe stato intercettato dalla difesa aerea israeliana durante l’attacco iraniano. A scoprirlo alcuni giorni fa un gruppo di escursionisti durante un viaggio nei pressi della città di Arad, nel deserto della Giudea, 25 km a ovest del Mar Morto.
Per recuperare il frammento è stato coinvolto un elicottero da trasporto militare dell’aeronautica israeliana. Ora sarà esaminato da specialisti del servizio antincendio e di salvataggio. I militari hanno ricordato che le persone non dovrebbero mai avvicinarsi o toccare i frammenti dei missili, perché possono comunque rappresentare una minaccia per la vita, e hanno esortato le persone a chiamare immediatamente la polizia se tali frammenti vengono scoperti.
Un drone israeliano uccide due persone in Libano dopo che Hezbollah ha sparato contro un convoglio israeliano
L’agenzia di stampa nazionale libanese afferma che un drone israeliano ha colpito un’auto nella parte orientale del Paese uccidendo due persone. L’attacco è avvenuto dopo che il gruppo militante libanese Hezbollah ha compiuto un attacco lungo il confine che ha ucciso un civile israeliano.
Hamas studia la controproposta israeliana
Hamas sta studiando l’ultima controproposta israeliana in vista di una tregua dei combattimenti a Gaza e del rilascio di ostaggi. “Hamas ha ricevuto la risposta ufficiale dell’occupazione sionista alla nostra posizione che era stata consegnata ai mediatori egiziani e del Qatar lo scorso primo aprile – ha detto il numero 2 di Hamas per la striscia di Gaza, Khalil al-Hayya – il movimento studierà questa proposta e presenterà la sua risposta una volta completato lo studio”. I dettagli di questa controproposta per la tregua non sono filtrati, ma la stampa israeliana ha ipotizzato l’inizio della prossima settimana per la possibile liberazione dei primi 20 ostaggi considerati “casi umanitari”. La controproposta israelina arriva mentre ieri una delegazione egiziana era giunta in Israele per discutere di un quadro globale di cessate il fuoco a Gaza, secondo media egiziani vicini ad Al-Qahera News, che cita un alto funzionario egiziano. Sempre secondo i media israeliani, la delegazione ha il compito di rilanciare il negoziato in stallo da settimane e sostenere un accordo di tregua che implichi la liberazione di decine di ostaggi.
Israele si prepara a entrare a Rafah. Continuano le pressioni americane per evitare l’assalto
Il segretario di Stato americano Blinken torna martedì in Israele per discutere dell’operazione dell’esercito a Rafah e dei negoziati sulla tregua e la liberazione degli ostaggi. Per l’intelligence dello Stato ebraico sarebbero vivi solo 33 dei 133 ostaggi trattenuti da Hamas e da altri gruppi terroristici palestinesi nella Striscia.
Onu: “A Rafah con il caldo la crisi sanitaria peggiorerà”
La crisi igienico-sanitaria a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, è destinata ad aggravarsi con l’aumento della temperatura atteso nelle prossime settimane. Lo ha detto il portavoce dell’Onu nel corso dell’incontro con i media internazionali. La temperatura di oggi ha raggiunto i 40 gradi. “E siamo solo alla fine di aprile – ha sottolineato il portavoce, Stephane Dujarric – I nostri colleghi umanitari ci ricordano che più di un milione di persone, tra uomini, donne e bambini, è rifugiato nell’area”.
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